La
fine del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento furono segnati
dalle figure di
Leonardo e
Michelangelo. A Firenze, nel 1501
Michelangelo iniziava a scolpire il David , che divenne presto parametro di valutazione per
le opere posteriori. Nell'affresco dell'Ultima cena , Leonardo colse lo stupore degli
apostoli nell'attimo immediatamente successivo all'annuncio di Cristo
che uno degli apostoli lo avrebbe tradito.
Con l'ascesa
al soglio pontificio di Giulio II (1503), Roma divenne il più
importante centro dell'arte e dell'architettura rinascimentali. Alla
corte papale lavorarono, tra gli altri,
Bramante, Michelangelo e
Raffaello. Bramante, presentò per la nuova
Basilica di San Pietro
(1506 ca.), da costruire sulle vestigia dell'antica basilica
costantiniana, una pianta a croce greca (con i bracci della stessa
lunghezza) dominata da una cupola centrale. Dopo la morte di Bramante
nel 1514 Michelangelo ne realizzò il progetto.
Nato a Urbino e formatosi nella bottega del Perugino,
Raffaello giunse
a Roma nel 1508, lo stesso anno in cui Michelangelo iniziava gli
affreschi della
Cappella
Sistina. Architetto e pittore, Raffaello fu
incaricato di realizzare le decorazioni delle stanze di Giulio II, nei
Palazzi vaticani. Le opere più celebri sono gli affreschi della
Stanza della Segnatura: la Disputa del Sacramento rappresenta
una complessa trasposizione pittorica del sacramento dell'Eucaristia,
mentre La scuola di Atene è caratterizzata da una grande
armonia nel disegno e una raffinata organizzazione della composizione
che ruota e si sviluppa attorno alle due figure di Platone e
Aristotele.
Negli stessi
anni continuava la grande tradizione della pittura veneta. Dalla
lezione di
Giorgione, i cui quadri erano caratterizzati da contorni
morbidi e colori accesi, prese avvio l'arte di
Tiziano. La pennellata
fluida, l'armonia della composizione e la classica serenità delle
figure (evidenti ad esempio in L'amore sacro e l'amor profano,
1515 c.), rappresentarono i segni distintivi
della sua pittura. La tradizione veneziana proseguì per tutto il
Cinquecento con le opere di Lorenzo Lotto, Veronese e
Tintoretto.Vanno
ricordati anche il fiammingo
Pieter
Bruegel e lo spagnolo
El
Greco.
In
architettura il ritorno alle forme classiche raggiunse il livello più
alto con
Andrea Palladio. I suoi edifici civili a Vicenza (il
rifacimento del palazzo della Ragione, detto anche Basilica
palladiana, 1549, e il teatro Olimpico, iniziato nel 1580 e terminato
da Vincenzo Scamozzi) e le ville (villa Barbaro a Maser, 1555-1560 e
la "Malcontenta", presso Mira, 1560), divennero il modello
per uno stile, il "palladiano", sviluppatosi in tutto il
mondo nei secoli successivi.
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