Nato nel 1868 a Volpedo, figlio
d’agricoltori, Giuseppe Pellizza iniziò la sua carriera
trattando temi veristi (soprattutto nel genere del ritratto e
della pittura di paesaggi) e successivamente divenne uno tra i
migliori esponenti del divisionismo italiano. Questa tecnica
consisteva nell’accostamento di colori primari, stesi su tela
con piccole pennellate, che potevano variare da filamenti a
puntini.I dipinti erano spesso dotati di un’intensa luminosità,
ma in quasi nessuno di loro compariva la tecnica del
chiaroscuro.Nei suoi quadri dipinge un mondo sospeso tra
quotidianità (temi contadini e scene di vita di tutti i giorni)
e simbolismo (complesse composizioni di forme geometriche e di
luci).Durante i suoi anni giovanili frequentò varie Accademie:
quella di Brera a Milano, di San Luca a Roma, l’accademia
Carrara a Bergamo e l’Istituto di Studi Superiori a Firenze,
dove fu anche allievo di Giovanni Fattori.Tra le opere
principali e più famose di Pellizza ricordiamo “Quarto
stato”, gran tela che raffigura un gruppo di uomini e donne
che procede unito, simbolo del socialismo che si andava
diffondendo all’epoca. Il quadro venne dapprima chiamato
“Gli ambasciatori della fame”, poi “Fiumana”, ed infine
col nome con cui è attualmente definito, “Quarto stato”; i
ritratti dei suoi familiari; “Ricordo di un dolore” e “Il
sole nascente”.L’esistenza di Pellizza si concluse
tragicamente. A seguito della morte del terzo figlio appena nato
e, successivamente, della giovane moglie, il pittore ebbe un
tracollo psichico che lo portò al suicidio nel 1907.
a
cura di Clara
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