Sostenitore fedele e costante della “Scuola di Resina” ed
assiduo paesaggista, Rossano si dedicò agli studi dal vero,
ripresi nei Campi Flegrei , a Ischia, Procida e soprattutto a
Portici e dintorni. La sua visione lirica del paesaggi, spesso
velato da un’aura di malinconia, aggiunge un tassello nuovo alla
fisionomia del sodalizio artistico di Resina. Rossano viene
definito “un osservatore penetrante”, capace di un esecuzione
molto raffinata. A partire dall’ apparizione in pubblico non ci
sono dubbi circa le sue preferenze tematiche, se si pensa alla
“Raccolta di grano” e alla “marina”. Tra le opere più riuscite
e importanti vi è quella della “fiera dei buoi a Capodichino”
che nel 1873 fu premiata con la medaglia di seconda classe. Dopo
la partenza di Cecioni e di De Nittis, furono De Gregorio e
Rossano a portare avanti il sodalizio, nel frattempo ampliatosi
con diverse adesioni, una fra quelle storiche è quella di
Edoardo Dalbono. Nel 1876 Rossano si trasferisce a Parigi dove
ci sarebbe rimasto fino al 1892, molti anni ancora dopo la morte
prematura dell’ amico De Nittis.
a cura di Roberta e Alessia |